Hai mai avuto un sacchetto della spesa in mano e ti sei chiesto: “e adesso dove lo butto?” Non sei solo.
I termini “compostabile”, “biodegradabile” e “rinnovabile” spesso creano confusione e sono erroneamente considerati sinonimi. Tuttavia, questi termini hanno significati specifici e distinti che sono cruciali per una corretta raccolta differenziata e per la protezione dell’ambiente.
La compostabilità si riferisce alla capacità di un prodotto di essere smaltito con i rifiuti organici e trasformato in compost negli impianti di compostaggio. Questo processo trasforma i rifiuti di cucina, di giardino e i prodotti compostabili in compost, un materiale che arricchisce il terreno.
Biodegradabile vs compostabile: qual è la differenza?
La biodegradabilità indica la capacità di sostanze e materiali organici di decomporsi attraverso l’azione dei microorganismi, diventando parte dell’ambiente naturale. Se il processo è completo, le sostanze organiche si trasformano in molecole semplici come acqua e anidride carbonica.
La biodegradazione è un fenomeno naturale essenziale per il ciclo della vita sulla Terra, basato sul carbonio. Grazie alla fotosintesi, piante e alghe trasformano l’anidride carbonica in zuccheri e altre sostanze necessarie per la loro crescita. Alla loro morte, i microrganismi degradano il materiale organico, rilasciando acqua e anidride carbonica e completando così il ciclo.
In natura, quasi tutto si biodegrada, ma a ritmi diversi. Per esempio, paglia e legno impiegano più tempo di amido e cellulosa. Inoltre, la biodegradazione è più lenta in ambienti freddi e secchi rispetto a quelli caldi e umidi.
Per essere efficace, la biodegradazione richiede un ambiente ottimale dove il processo può essere accelerato. Qui entra in gioco la compostabilità, che si verifica in condizioni controllate come nel compostaggio e nella digestione anaerobica.
Le caratteristiche di un materiale compostabile.
La normativa europea UNI EN 13432 definisce le caratteristiche che un materiale deve possedere per essere considerato compostabile. Secondo questa norma, un materiale compostabile deve essere biodegradabile al 90% entro sei mesi.
La norma UNI EN 13432 è un riferimento fondamentale per produttori, autorità pubbliche, compostatori, certificatori e consumatori. Conoscere queste informazioni è essenziale per contribuire alla sostenibilità e per fare scelte consapevoli che favoriscono la tutela dell’ambiente.
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